Per cosa vale la pena lavorare?

Una delle risposte che ci sentiamo spesso dare alla domanda: “che lavoro ti piacerebbe fare?” è:

“già si fatica a trovarlo, figuriamoci se comincio ad avanzar pretese…”.

Da qui l’idea che, il mettersi a disposizione, possa compiacere un possibile recruiter il quale dovrebbe interpretare il tutto in: “sono una persona di buona volontà, capace e disponibile”.

Il messaggio che passa, invece, è che non abbiamo le idee chiare che, agli occhi del selezionatore si traduce in: “se lo assumo e poi, col tempo, capisce ciò che vuole e se ne va?”

Con tutti i problemi che ne conseguono.

Questa dinamica si verifica per un motivo ben preciso: non è chiaro che valore ha, per noi, il lavoro.

Ciascuno di noi dà al proprio lavoro un significato profondo che è fonte della soddisfazione personale.

C’è chi lavora per la carriera, chi per una crescita personale, chi per aiutare gli altri, chi per esprimere la propria creatività.

Le motivazioni che ci spingono alle scelte professionali sono molte e variano da persona a persona in funzione di bisogni, desideri, cultura e ideali.

Diventa legittimo quindi che ognuno di noi abbia la sua personale risposta alla domanda: per cosa vale la pena lavorare?