Dimmi che lavoro fai e ti dirò chi sei

Nella nostra società molto spesso la domanda chi sei si traduce in che lavoro fai: “sono un contabile”, “sono un programmatore”, “sono un’infermiera”, eccetera eccetera eccetera.

Questa “etichetta”, che ci rende socialmente riconoscibili, rischia però di diventare un marchio a fuoco perché riteniamo di saper svolgere solo quel tipo di professione.

“Ho fatto il contabile per dodici anni cos’altro potrei mai fare?

Come se tutti i contabili della terra svolgessero quel lavoro allo stesso modo.

Come se le nostre conoscenze e abilità servissero solo per svolgere questa attività.

Perdonate la domanda singolare ma se tutti noi avessimo gli stessi ingredienti per fare una torta, faremmo tutti una torta identica? Con quegli ingredienti faremmo tutti solo torte?

È il come faccio ciò che faccio che fa la differenza, che determina la qualità, lo stile, il di più e meglio delle nostre prestazioni.

Questi requisiti, vanno al di là dell’etichetta che ci viene data o che noi stessi ci affibbiamo.

Si chiamano competenze trasversali e sono ritenute fondamentali a prescindere dalla targhetta che definisce il nostro lavoro.